Editore: Tunué
Testi: Paco Roca
Disegni: Paco Roca
Traduzione: Bruno Arpaia
E’ un concetto vecchio, ma vale la pena ribadirlo, soprattutto quando si ha la fortuna di imbattersi in opere eccelse come “La casa” di Paco Roca. Così come una serie tv come “House Of Cards” ha poco da invidiare a tanto cinema, una graphic novel come “La casa” non teme timori reverenziali nei confronti di tanta letteratura. Dopo il successo di “Rughe”, l’autore spagnolo torna a commuovere con un’opera in cui a parlare sono i luoghi, anzi il luogo: la seconda casa, poco lussuosa e mal conservata, in cui l’anziano Antonio amava trascorrere le vacanze. I tre figli Vincente, José e Carla si ritrovano lì un anno dopo la sua morte per sistemare l’abitazione prima di metterla in vendita e si accorgono che parole e gesti, in quei luoghi abitati soltanto nelle estati della vita, formano un brusio che un po’ alla volta diventa una melodia. L’infanzia, i rapporti familiari, gli oggetti e il loro legame con la memoria: quello dei tre fratelli è un malinconico raccogliere, un romantico riannodare i momenti più importanti – ma anche i più insignificanti – dell’essere figli.
Ed ecco che la decisione iniziale di vendere la casa inizia a intristire e quasi a traballare. “Venderla è come disfarci del nostro passato”, dice Vincente, in uno dei dialoghi più efficaci della storia. “Non è vero”, gli risponde José, “non abbiamo bisogno di questa casa per ricordarci di papà”.
“La casa” è un racconto scritto e disegnato con tratto intimista, misurato, che si avvale di scelte cromatiche attente e rivelatrici, un racconto universale che parte dal dato autobiografico per trovare un accesso privilegiato al presente. “La casa” sono 136 pagine di emozioni a colori in formato 24×15. Una rinfrancante scoperta per chi non conosceva l’autore spagnolo, la più piacevole delle conferme per chi aveva già amato “Rughe” (pubblicato in Italia, sempre da Tunué, nel 2012).