Scritta con il giornalista e scrittore Arnold Rampersad, completata soltanto una settimana prima di morire a 49 anni a causa dell’AIDS, Giorni di grazia è un’autobiografia che racconta il campione Arthur Ashe soprattutto fuori dai campi da gioco. Uscita negli USA nel 1993, arriva finalmente in Italia grazie ad add editore.
Le vittorie in Coppa Davis, la storica vittoria a Wimbledon 1975 contro Jimmy Connors, i trentatre tornei conquistati in carriera passano in secondo piano nel ritratto di un tennista che era, prima di tutto, un uomo dai modi gentili e uno dei più acuti intellettuali mai prestati al mondo dello sport. Primo tennista di colore a conquistare un torneo del Grande Slam, il primo a indossare la maglia della nazionale statunitense in Davis, Ashe fu un instancabile attivista per i diritti civili, si impegnò molto per sensibilizzare l’opinione pubblica sul regime sudafricano che ancora divideva il mondo in bianchi e neri, diventando amico di Nelson Mandela, si spese per l’istruzione degli atleti di colore, per le condizioni degli immigrati haitiani e, naturalmente, per i malati di AIDS. Cardiopatico, subì due interventi di bypass dopo altrettanti infarti. In una di queste occasioni contrasse il virus dell’HIV a causa di una trasfusione. Nel 1992 annunciò al mondo la malattia. Morì il 6 febbraio 1993 a soli 49 anni. A lui è intitolato il Centrale di Flushing Meadows, dove ogni anno si giocano gli US Open. (PL)