Nel segno di Antonio Megalizzi, una giornata di confronto su Unione Europea, giovani e futuro. “Solo un’Europa forte e influente può difendere i nostri valori”.
Macerata, 2019-03-08 – La dedica della redazione della radio di Unimc ad Antonio Megalizzi, “ragazzo dell’Europa”, il reporter vittima dell’attentato terroristico di Strasburgo, è stato il cuore dell’incontro oggi tra gli studenti dell’Università di Macerata ed Enrico Letta. Un incontro dove la voglia di Europa, “di un unione che ci renda migliori” espressa dai giovani – rappresentati da Rebecca Marconi, laureanda in scienze politiche, e Omar Pallotta, dottorando in Global Studies – ha trovato sostanza nelle argomentazioni dell’ex presidente del Consiglio dei Ministri, oggi direttore della Scuola di affari internazionali dell’Istituto di studi politici all’Università SciencesPo di Parigi. “Se avessi la bacchetta magica – ha dichiarato – vorrei che si costruisse un Erasmus anche per gli adolescenti, che darebbe quella apertura mentale che era il sogno di Megalizzi. Nel 2016 solo 30 mila giovani su 18 milioni e mezzo hanno potuto fare questa esperienza”.
Ricevuto dal rettore Francesco Adornato prima della conferenza pubblica, Letta ha raccontato di conoscer bene Macerata. “Amo molto lo Sferisterio, che andrebbe valorizzato ancora di più”, ha detto, per poi informarsi sull’Ateneo e sul sistema universitario marchigiano in generale. Oltre trecento persone nell’aula più grande del Polo Pantaleoni, tappezzata di mimose per omaggio alla giornata mondiale delle donne, hanno seguito il dibattito condotto da Frediano Finucci, caporedattore economia-esteri del Tg La7, che ha visto la partecipazione anche di Andrea Maresi, membro del gabinetto del presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani.
“In questo percorso di ricostruzione dell’identità europea – ha osservato il rettore Adornato in apertura – si avverte il bisogno di un nuovo mondo fatto di democrazia, libertà, equità e giustizia, dove è vitale il contributo delle donne in tutti i continenti che, non a caso, hanno nomi femminili. Questo è il futuro che vogliamo costruire”.
L’ex premier ha evidenziato il capovolgimento dei rapporti di forza nell’attuale scenario geopolitico. A fronte di un’enorme crescita demografica, con la popolazione mondiale aumentata dai 3 miliardi di abitanti del 1966 agli attuali 10 miliardi, gli Europei diminuiscono, in termini percentuali e assoluti, e invecchiano, rappresentando oggi il 6 per cento della popolazione mondiale contro il 21 per cento di un tempo, mentre aumentano gli Africani e gli Asiatici, quest’ultimi fortemente preponderanti, specie con la Cina, sul piano economico e politico. “Questo è il motivo per cui dobbiamo stare insieme. Di fronte a questa evidenza i singoli Paesi europei rappresentano una goccia. La Brexit ha rappresentato il più grande suicidio da parte dell’Inghilterra”. Quella di Letta non è una difesa a oltranza delle politiche europee. “Sull’immigrazione l’Europa ha sbagliato profondamente”. Ma solo attraverso l’unione si possono mantenere quei valori europei “che ci indicano la strada in un mondo in cui tutto cambia” ha ribadito, riferendosi alle politiche sanitarie e ambientali, al welfare, all’indipendenza della magistratura, alla libertà di stampa e di insegnamento, per citarne alcuni. Esemplare il caso della gestione dei dati personali. “Nel mio telefono c’è tutta la mia vita. Tutte queste informazioni saranno stoccate da qualche parte e non ho idea di come potranno essere usate. Il loro controllo è il petrolio del futuro. Per gli americani non c’è nessun limite al loro utilizzo, se non la regola reputazionale. Per i cinesi sono uno strumento di controllo preventivo dei cittadini. Per noi europei esiste una sfera individuale da proteggere e la persona va sanzionata dopo che ha sbagliato. Ma solo un’Europa forte e influente può essere in grado di mettere in campo le nostre idee”.