Ex allieva della Scuola di Studi Superiori Leopardi, lavorerà con un gruppo di ricerca internazionale sulle sfide etiche poste dal rapido sviluppo dell’intelligenza artificiale. Il concorso è uno dei più prestigiosi e competitivi al mondo
Il concorso per una borsa di studio Fulbright è uno dei più prestigiosi e competitivi al mondo. Simona Tiribelli, classe 1993, si è candidata per una Fulbright Visiting Research Scholarship, che prevede un finanziamento da seimila a diciottomila dollari, dopo aver ottenuto una lettera d’invito dal Mit, università dove svilupperà il suo progetto di ricerca durante il semestre primaverile, da gennaio a giugno 2020.
“Sono molto entusiasta – commenta – e anche onorata. È una meravigliosa opportunità di crescita sia accademica che personale e mi auguro possa divenire motivo di contaminazione fruttuosa tra il nostro Ateneo e quello americano. Al Mit lavorerò con un gruppo di ricerca internazionale che vede impegnati saperi diversi e competenze multisettoriali nell’analisi e, ove possibile, nella risoluzione, delle più urgenti questioni o sfide etiche poste dal rapido sviluppo dell’intelligenza artificiale (IA) e, soprattutto, dalla sua pervasiva applicazione nelle società avanzate o informazionali, quali la nostra”.
Simona Tiribelli è un’ex-allieva della Scuola di Studi Superiori Giacomo Leopardi, polo d’eccellenza di Unimc. Si è laureata a Macerata con lode in Scienze Filosofiche con una tesi in Etica dei Media insieme alla professoressa Benedetta Giovanola. Dal 2017 è dottoranda in “Global Studies. Justice, Rights, Politics” con un progetto di etica applicata alle nuove tecnologie, in particolare all’intelligenza artificiale, supervisionato dalle docenti Benedetta Giovanola e Benedetta Barbisan.
Le borse di studio Fulbright si distinguono per il loro carattere di eccellenza: sono state e continuano a essere un segno distintivo nel contesto accademico e culturale. Divenire un Fulbright Ambassador – sottolinea la Commissione Fulbright, avente come presidenti onorari il Ministro degli Affari Esteri e l’Ambasciatore degli Stati Uniti d’America – “non significa solo studiare, fare ricerca o insegnare nelle migliori università statunitensi; significa anche far parte di uno dei più prestigiosi network a livello mondiale, fonte di contatti professionali di grande arricchimento culturale”. Dal 1948 grandi nomi della scienza, dell’economia, della politica, della letteratura, della comunicazione e delle arti hanno varcato l’Atlantico e iniziato la loro carriera usufruendo di questo programma. Ricordiamo, tra gli italiani, i tre Nobel Tullio Regge, Carlo Rubbia e Riccardo Giacconi oltre ad Antonio e Sabino Cassese, Umberto Eco, Giuliano Amato, Corrado Passera e Margherita Hack.
Il programma nasce nel 1946 dal Senatore J. William Fulbright per favorire il processo di pace attraverso lo scambio di idee e di cultura tra gli Stati Uniti e le altre nazioni e rappresenta oggi il più antico programma governativo di scambi culturali nel mondo.