Ha preso il via oggi il convegno organizzato da UniMC in collaborazione con Società italiana di antropologia culturale e Università per la pace per disarticolare il nesso “immigrazione-criminalità-razzismo”
Macerata, 2019-06-12 – Quaranta tra docenti, studiosi, ricercatori, studenti ma anche operatori del settore per confrontarsi sul nesso “immigrazione-razzismi-convivenza”. Ha preso il via oggi il convegno “Le metamorfosi dei razzismi. Discriminazioni istituzionali, linguaggi pubblici e senso comune” organizzato dall’Università di Macerata in collaborazione con la Società italiana di antropologia culturale – Siac e l’Università per la pace.
Scopo essenziale è disarticolare il nesso “immigrazione-criminalità-razzismo”, per provare a decifrare il processo di crescente e pervasiva normalizzazione del razzismo quotidiano e di quello ‘istituzionale’ nel cuore dell’Europa. Nelle due giornate di lavoro si discuterà di razzismo e antirazzismo, città, lavoro, sanità, scuola, media, discriminazioni istituzionali e politiche pubbliche, memorie dei razzismi e sguardi che razzializzano.
Come ha sottolineato anche il rettore Francesco Adornato all’apertura dei lavori, i “fatti” di Macerata, culminati nell’aggressione razzista del 3 febbraio 2018, hanno ridisegnato il panorama politico-istituzionale nazionale e veicolato la sovraesposizione nel dibattito pubblico del nesso “immigrazione-criminalità-razzismo”, sia da parte di chi ha condannato e condanna l’accaduto, sia da parte di chi ne ha più o meno apertamente giustificato e ancora ne giustifica le ragioni.
Le due giornate di confronto – ha spiegato Paola Persano, storica del pensiero politico e componente del comitato scientifico – sono l’esito ultimo ma non finale di un confronto e di uno sforzo progettuale avviato da un anno a questa parte da un gruppo di docenti di Unimc – in dialogo con colleghe e colleghi di altre università e con numerose realtà sociali coinvolte – intorno ai fenomeni migratori contemporanei e al loro impatto sui meccanismi di integrazione economica e sociale, culturale e politica, nonché sulle forme dell’appartenenza collettiva, sui linguaggi pubblici e le rappresentazioni diffuse, e sul volto complessivo delle istituzioni giuridiche e politiche del nostro Paese, oggi e nella sua storia più recente.